“Dovunque ci troviamo, ciò che sentiamo è soprattutto rumore. Quando lo ignoriamo, ci disturba. Quando lo ascoltiamo, lo troviamo affascinante. Il suono di un camion a novanta all’ora. L’elettricità statica tra le stazioni radiofoniche. La pioggia. Vogliamo catturare e controllare questi suoni, usarli non come effetti sonori, ma come strumenti musicali. [ … ] Mentre in passato il punto di disaccordo è stato tra la dissonanza e la consonanza, nel futuro immediato sarà tra il rumore e i cosiddetti suoni musicali». In occasione della doppia ricorrenza nel 2012 del centenario della nascita e del ventennale della morte di John Cage la citazione tratta dal suo Silence è da stimolo per la rilettura di alcuni suoi celebri lavori ed introduce nella maniera più adeguata ad un viaggio al centro del suono dell’arpa, da quello più dolce e tradizionale a quello più inconsueto, inimmaginabile e imprevedibile.
In questo percorso la Sequenza II di Luciano Berio rappresenta una vera e propria pietra miliare. Essa rientra in un progetto più ampio del compositore (quattordici Sequenze), che ha voluto scoprire e investigare di ciascuno strumento “le misure al di là delle misure”, in un teatro strumentale in cui si richiede di «rinunciare all’ambigua categoria del ‘poetico’», come pure all’attesa di quel «linguaggio d’altre vecchie emozioni che il tempo ha legato alla poesia». Ciascuna Sequenza rappresenta una sorta di “testimonianza” del virtuosismo storico e nello stesso tempo uno stimolo per l’avanzamento verso una nuova forma di virtuosismo ricercato attraverso l’estrema esplorazione e lo sperimentalismo delle possibilità tecniche dei singoli strumenti. Nella Sequenza per arpa linguaggi dal sapore più tradizionale si affiancano a sonorità esasperate e a “gesti” dissacratori che prevedono “strappi” delle corde, percussioni delle parti in legno e della cordiera, uso parossistico dei pedali e rumori ottenuti facendo sbattere le corde di metallo tra loro.
Live Recording Galleria dell' Accademia Firenze 12.11.2011 Recording and Mastering Mauro Forte, Tommaso Leonetti, Francesco Baldi Artistic Director Daniele Lombardi 2011 Fondazione ATOPOS